venerdì 18 settembre 2009

IL DIO DEI DINOSAURI

Attorno al bar Cosmo i mondi ruotano su orbite ben delineate, per dirigersi inevitabilmente verso destini già scritti. Nel locale l’atmosfera è satura di luci soffuse, vortici di fumo dagli aromi pungenti e melanconici assoli blues. Ogni sera è così…
Dietro al bancone Toth il barista asciuga bicchieri e tazzine con gesti automatici, riponendo poi le stoviglie nei loro rispettivi scompartimenti. Alcune divinità si riuniscono attorno al biliardo, mirando le stecche su pianeti deserti, presi in prestito dai loro universi. Gli sferici oggetti, liberi dalle loro orbite-prigioni, girano sul tappeto verde partecipando al gioco. Presto o tardi verranno ingoiati dai buchi neri del biliardo.
Al bar Cosmo gli Dei cercano di distrarsi dai loro affari, ma a fine serata è normale che si ritrovino a parlare di lavoro.
Quella sera, a un’ora un po’ tarda, entrò un Dio piccolo piccolo. Al bar lo conoscevano tutti. Era un tipo un po’ bislacco, con delle idee buffe, e molti lo prendevano anche in giro. Afferrò un bicchiere e un cucchiaio e richiamò l’attenzione dei presenti. Annunciò la sua ultima creazione, una nuova specie vivente per il suo piccolo mondo. Una specie molto, molto più intelligente di tutte le altre, fatta a sua immagine e somiglianza, e capace di comprendere i più grandi segreti del cosmo. Una specie che col tempo avrebbe dominato su tutti gli altri esseri viventi.
I giocatori di biliardo si guardarono in silenzio e a qualcuno scappò una risatina. Poi tornarono a giocare, come se non fosse successo niente.
«Secondo me questa tua nuova invenzione fa la fine di quell’altra. Com’è che li chiamasti quei mostri? Dinosauri?» affermò un Dio, spedendo il pianeta numero otto in un buco nero laterale.
«Già, ricordo che dicesti che quei lucertoloni avrebbero dominato gli altri esseri con la loro forza. Ma ti dimenticasti di qualcosa, se non sbaglio…» ribatté un altro, ammiccando sardonicamente ai compagni di gioco.
«È vero, feci un piccolo errore di calcolo. Ma questa volta non si ripeterà. Ho progettato questi esseri fin nei minimi dettagli. Sarà la mia più grande creazione, vedrete!» E detto ciò l’ambizioso Dio lasciò il bar Cosmo.
Gli altri invece continuarono a giocare a biliardo.
«Scommetto dieci galassie che questa nuova specie non dura più di tre rotazioni» commentò un giocatore, lavorando la punta della sua stecca col gessetto.
Al bar Cosmo Toth il barista continuava ad asciugare i bicchieri.

GM Willo - 1997

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