La radio quella sera sputava pezzi jazz, roba acid tipo Jimmy Smith, oppure il vecchio Coltrane.
Vecchia buona radio, ricordo ancora quando la comprai, ormai saranno passati quasi dieci anni. Era un po’ nascosta dietro agli imponenti stereo di nuova generazione, ma mi chiamò, come fanno le cose quando scelgono un padrone. E lo stesso fu quella sera, la sera di cui vi sto parlando. Lei mi chiamò…
…ed io, sventurato, risposi, e per la prima volta dopo tanto tempo, ma senza pensarci due volte, salii in soffitta e la tirai fuori dalla sua polverosa custodia di plastica nera.
Le radio antiche hanno il loro perché; si sentono oggetti importanti, raccontano storie con stile, e la musica che trasmettono é sempre quella giusta.
Ma quella sera accadde qualcosa di strano…
Seduto sul divano a fumarmi l’ennesima camel light, galleggiavo quieto sopra un assolo di hammond, quando all’improvviso una scarica elettrica interruppe il vecchio Jimmy. Cavolo, pensai. Feci per andare a sistemare l’antenna, quando la voce di una donna mi bloccò.
«Fumi ancora, ricciolo? Quelle schifezze ti uccideranno…»
La voce la conoscevo, ma che diavolo ci faceva dentro la mia vecchia radio?
«Samantha, sei tu?»
Non pensate male di me adesso. Va bene, lo ammetto, stavo parlando ad un pezzo di legno e ad un ammasso di transistor. Ma sono più che certo che vi sareste comportati esattamente come me. Dannata radio…
«Certo che sono io, ricciolo. E chi altro dovrebbe essere…»
Aveva la cattiva abitudine di chiamarmi “ricciolo”, e un tempo poteva anche andarmi bene, ma adesso, con la piazza che avevo sulla testa, quel nomignolo aveva il sapore di uno sbeffeggio.
«Che cavolo sta succedendo!» imprecai a quel punto. E mi alzai dal divano, determinato a chiudere quell’assurda conversazione. Allungai la mano verso la manopola, ma la voce di Samanta mi bloccò di nuovo.»
«Stavo pensando alla veranda di Toby, alle nottate di quell’estate così calda, che anno era? 1997? 87? 77? 67? 57?…»
Già, le chiacchierate insieme ai soliti balordi, la musica in sottofondo, una cassa di birra fredda sugli scalini del porticato. Chi arrivava se ne agguantava una e poi salutava il resto della truppa. Le zanzare all’inizio erano perfide, ma poi si ubriacavano insieme a noi, o forse era la musica che le frastornava per bene. Verso le tre del mattino avevano smesso di tormentarci, e la notte entrava nel suo momento clou. Poi arrivava sempre il Freddy con una tipa nuova. Faceva le sue battute sconce e poi se ne andava. Samantha ballava in veranda, Miki mischiava tabacco e gangia, io andavo a cambiare disco; a quell’ora ci voleva del sano blues, non so se mi spiego. E poi via così, fino alle prime luci dell’alba. Chissà che anno era…
«Samantha, che diavolo ci fai nella mia vecchia radio?»
«E tu, che diavolo ti è preso stasera, che te stai da solo a parlare con una vecchia radio?»
Poi udì un’altra scarica elettrica, e finalmente Jimmy Smith poté finire il suo assolo.
AUTORI: GM Willo, Donatello, Ciccio, Aeribella Lastelle
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